Un’arte versatile, orientata principalmente
alla lavorazione del metallo e alla calligrafia cinese,
con l’obiettivo di portare un messaggio
di apertura e dialogo interculturale.
Lau Kwok Hung (劉國洪) è un artista versatile, impegnato principalmente nella lavorazione del metallo e nella calligrafia cinese. La sua personalità e la sua arte hanno un forte timbro dialogico e sono aperte allo scambio interculturale.
La parola 洪 [hung], avente il radicale 氵— acqua — significa: “acqua torrenziale” o “inondazione”. Questa parola però significa anche fuoco, descrive il calore della fornace, evoca l’immagine dell’incendio e delle colate incandescenti di lava. La sinergia ed intensità racchiuse nel significato del suo nome si ritrovano nelle sue creazioni, sia che si tratti di sculture di ferro forgiate dal fuoco o di ideogrammi tracciati sul foglio dall’inchiostro.
Hung scopre e coltiva il suo talento ad Hong Kong, sua città natale. Agli esordi della sua attività inizia il suo peregrinare nel mondo ed apprende diverse discipline artistiche fino al 1990. In questo anno, mentre si trova in Svizzera scopre le incredibili potenzialità creative della fiamma ossidrica. Per la sua arte è un vero e proprio Eureka, un punto di non ritorno che cambia definitivamente il suo cammino artistico.
Intrecci di lamiere e di verghe metalliche saldate assieme, le figure di Hung si rifrangono nel buio e si liberano nello spazio attraverso linee di forza, intense e vibranti. Frutto della “riscoperta del fuoco” nella sua arte, le sculture raccontano il suo vissuto. Ne trasmettono le speranze, la tenacia e si fanno portatrici di ricordi e di messaggi. L’opera “Terra Promessa”, ad esempio, reinterpreta l’episodio della fuga in Egitto della Sacra famiglia in una chiave che mette in luce un tema scottante e di grande attualità come quello delle migrazioni.
Oltre alla partecipazione a Simposium d’arte internazionali, alla realizzazione di opere site-specific (anche di dimensioni monumentali) e alla collaborazione a progetti multi-artistici, Hung si è sempre fatto prossimo a chi gli s’avvicini. Non di rado, mentre il pubblico è in visita, il suo scrittoio da calligrafo diventa un luogo generativo, di dialoghi e di amicizie. La reciprocità dello scambio e l’internazionalità del luogo si esprimono visibilmente anche sulla facciata del suo atelier, dove la parola “arte” appare in più di sessanta idiomi.
Da vent’anni presente a Loppiano, il suo studio occupa un’area di quattrocento metri quadri ed è costituito da tre spazi principali: il capannone per la produzione artistica e artigianale, una mostra permanente ma sempre in evoluzione e un’aula per seminari ed incontri che ha il fascino dell’estremo Oriente.
Recentemente l’Atelier Hung si è dedicato alla creazione di una serie di prodotti per l’iniziativa Made in Loppiano. Si tratta di elementi decorativi in ferro che attingono alla plurisecolare tradizione cinese e svolgono la funzione di complementi d’arredo.